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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





domenica 10 luglio 2016

ICONOFILIA-DEVOZIONE MARIANA-TRADIZIONE-CULTURA-STORIA: LA MADONNA SS. DEL PARADISO IN MAZARA DEL VALLO-TRAPANI


Il Santuario che custodisce la sacra immagine della Madonna SS. del Paradiso.


A Mazara fin dal 1515, nella zona in cui attualmente sorge il Santuario della Madonna del Paradiso, esisteva un piccolo convento, denominato Casa Santa e nelle sue vicinanze, una chiesetta dedicata alla Vergine del Rosario per un secolo gestiti a vario titolo dai Padri Domenicani

In seguito,  dopo una breve reggenza dei Padri Carmelitani, la chiesa fu chiusa e il piccolo convento divenne sede della Inquisizione della diocesi.
Quasi tre secoli dopo, nel 1797, il progetto della chiesa viene ripreso ed ingrandito ad opera del vescovo Orazio De La Torre, palermitano di origine, il quale, dopo la sua canonizzazione, in parte a sue spese e in parte col contributo del popolo, trasformò la chiesa aggiungendovi l’abside e quattro sfondi laterali con relativi altari.

La chiesa ha una sola navata coperta da una volta a botte e completata da una cappella maggiore absidata.
Sopra l’altare nella parte alta dell’abside venne incastonato, all’interno di una cornice marmorea sorretta da due angeli, il dipinto raffigurante la Madonna, al quale una lunga tradizione attribuisce interventi miracolosi.

Nell’abside inoltre sono collocati altri quattro quadri: l’ Annunciazione, l’ Incoronazione, il primo prodigio della Madonna e quello ripetuto nella cattedrale, tutte opere realizzate per il Santuario dal Gianbecchina negli anni cinquanta del 1900.
Nella navata si aprono poi quattro cappelle laterali in tre delle quali sono esposti, su i rispettivi altari, tre quadri del 1700: S. Vito, S. Sebastiano e la Madonna del Rosario

La volta a botte e le pareti sono decorate con grandi affreschi allegorici.
La facciata, molto semplice, richiama linee settecentesche. Essa presenta un portale architravato su cui si apre una finestra rotonda, e in alto è completata da un frontone con timpano fregiato con sopra una croce.
Accanto alla chiesa, ma in posizione un poco più arretrata, fu costruito il campanile a pianta quadrata, in stile barocco. Esso si erge su un alto zoccolo da cui emerge, nel primo ripiano, uno stemma; la cella campanaria, aperta su i quattro lati con agili archi a tutto sesto, è sovrastata da una torretta ottagonale con piastrelle colorate.
La chiesa, consacrata ed aperta al pubblico il 06 novembre del 1808, fu proclamata Santuario il 9 luglio del 1978 da sua Ecc. Mons. Costantino Trapani, vescovo della diocesi e fino ai nostri giorni è meta di pellegrini fedeli e devoti della Madonna sia di Mazara del Vallo, ma anche provenienti da ogni parte del mondo.
Fin dal 1943 il Santuario della Madonna del Paradiso è custodito dai Missionari Servi dei Poveri, che sono sacerdoti dell’Opera del Boccone del Povero, fondata a Palermo dal Beato Giacomo Cusmano (1834-1888). 
Questi nel 1875 ebbe modo di venerare la Regina del Paradiso durante la sua permanenza in questa città e volle che l’Istituzione del Boccone del Povero fosse sotto la protezione della Gran Madre di Dio, additandoLa come la vera fondatrice dell’Opera e regola per ogni religioso.
L’importanza di questo Santuario è legata ad una serie di eventi miracolosi che la tradizione attribuisce al dipinto su tela raffigurante la Madonna, opera di Sebastiano Conca.
La tela (72x97), opera di Sebastiano Conca, presenta una forma ovale e la Beata Vergine è rappresentata a mezzo busto e a grandezza naturale: il volto estatico misto a dolore e gioia, la bocca leggermente aperta, gli occhi rivolti verso l’alto immersi in una grandezza infinita. 
Le mani conserte sul petto con la destra poggiata sulla sinistra. 
I capelli castani le fluiscono sulle spalle.
La veste abbondante di finissimo Cotone bianco le impreziosisce il corpo. 
Il Mantello azzurro scende dalle spalle e le circonda il corpo.
La tela non porta la firma dell’autore né la data di esecuzione; ma quasi certamente essa è stata proposta e ordinata da P.Milazzo, il superiore dei Padri Gesuiti della comunità di Mazara per esporla nella cappella del Paradiso Casa Santa. 
La data approssimativa della sua lavorazione potrebbe essere tra il 1760-61.
Secondo la tradizione si dice innanzitutto che, quando il pittore era sul punto di completare il suo dipinto e gli rimaneva di raffigurare soltanto il volto della Madonna, avesse avuto un momento di incertezza ritenendosi incapace di dipingere il volto della Vergine, allora  era caduto in un sonno profondo, uno stato di “estasi” e quando si era svegliato aveva constatato che il quadro si era completato da solo.
Gli altri fatti miracolosi riguardano il movimento degli occhi e le lacrime versate dall’immagine della Madonna
Quello più antico risale alla sera del 3 novembre 1797 quando presso l'angusta Cappella della Casa degli Esercizi spirituali fondata dai Gesuiti avvenne il prodigioso movimento degli occhi della sacra immagine della Madonna.
Il miracolo si ripeté più volte durante la notte sicchè il giorno seguente, fu disposta la “traslazione della sacra immagine alla Cattedrale con grande solennità e con grandissima partecipazione di popolo” e si fecero delle veglie notturne di fedeli i quali poterono constatare che la Vergine a volte abbassava gli occhi, a volte li innalzava, qualche volta li girava a destra o a sinistra e li fissava sugli astanti, altre volte li chiudeva e li riapriva.
Il prodigio si ripeté ancora nel collegio di S. Carlo e nei monasteri di S. Caterina, di S. Veneranda e di S. Michele e nel Collegio della S. Famiglia dove l'immagine era stata trasportata alla presenza del Vescovo, del Clero e di una folla di fedeli.
Il Vescovo di allora, Mons. Orazio la Torre, che anche lui aveva potuto osservare il miracolo, appurò i fatti prodigiosi per provarne la veridicità mediante un regolare processo investigativo secondo le norme stabilite dal Concilio di Trento.
Durante il processo furono ascoltati centosessantuno testimoni oculari i quali resero tutti la stessa testimonianza affermando cioè che mentre pregavano “illos tuos misericordes oculos ad nos converte la Madonna, che nella sacra immagine fissa il cielo aveva mosso gli occhi in alto e in basso con movimenti rotatori tali da nascondere in alcune occasioni anche le pupille e addirittura versando lacrime.
L’anno successivo, il 23 agosto 1798, dopo il giudizio positivo del Patrono Fiscale della Curia, il Vescovo proclamava l'autenticità del miracolo e il 10 aprile del 1803 il venerabile dipinto venne solennemente incoronato.
La Sacra immagine allora era custodita nella Cappella della Casa degli Esercizi, detta Cappella del Paradiso, da cui appunto deriva il nome di Madonna del Paradiso, e la fama dei miracoli della Madonna era diventata così grande che la Cappella si rivelò ben presto troppo piccola per accogliere i numerosi fedeli che vi accorrevano.
Per questo motivo, quattro anni dopo l'incoronamento, il Vescovo fece restaurare, adattare ed ingrandire la vicina chiesetta della Madonna del Rosario trasformandola nella chiesa della Madonna del Paradiso, come attualmente noi possiamo vederla e dove la prodigiosa immagine fu trasferita il 6 novembre 1808 con solenne processione. 
Così a partire dal 1808, ogni anno nella seconda domenica di luglio si rinnova la processione in onore della Sacra immagine di Maria SS. del Paradiso.
Il movimento degli occhi della Sacra immagine si è ripetuto altre volte nel tempo: il 20 ottobre 1807, nel 1810, ancora il 21 gennaio 1811, il 5 marzo 1866 ed altre volte ancora, anche in occasioni particolarmente significative di valenza positiva o negativa, come per esempio il 4 novembre 1918 quando la Madonna del dipinto aveva aperto e chiuso gli occhi più volte per annunciare la fine prossima della prima guerra mondiale.
L'ultimo, in ordine di tempo, è stato osservato nel 1981 in Cattedrale. (N.d.R.: non ha avuto, però, riconoscimento ufficiale).
La Madonna del Paradiso il 10 marzo 1962 con bolla di Papa Giovanni XXIII fu dichiarata compatrona della città insieme ai Santi Vito, Modesto e Crescenza.
(Fonte: Sito Arca dei Suoni- Autore: Prof. Vincenza Maria Anselmo -Liceo Adria)




Paola Galanzi


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